L’Eremo dell’Anacoreta


 

L’Eremo dell’Anacoreta

 

Bisogna alzarsi di buon mattino se vogliamo affrontare una passeggiata che inizia da un piccolo e poco conosciuto stradello del Monte Capanne ….i castagni ai lati ci accompagnano in un primo tratto pianeggiante..poi improvvisamente prendiamo per un sentiero che s’inerpica tra i sassi, saliamo in silenzio, il respiro diviene più pesante…una piccola sosta ristoratrice e riprendiamo l’erta….. d’improvviso ci troviamo di fronte ai resti di un eremo che viene chiamato di San Francesco Saverio, nessuna leggenda accompagna questa costruzione ed anche la tradizione orale non ci è di supporto, sembra proprio che questo eremo voglia mantenere la sua solitudine e il mistero della sua storia, di esso rimangono solo le mura perimetrali con labili tracce d’intonaco di quella che doveva essere la volta, mura sconnesse e franate, solo un arco ha resistito al tempo… riusciamo a scoprire i resti di un’edicola di probabile epoca quattrocentesca, intorno alla costruzione notiamo una specie di raddoppio del muro, la parte posteriore mostra antichi restauri e verso sud si notano tracce di fondamenta che fanno presumere ad un ambiente che potrebbe essere stato l’abitazione del misterioso eremita che vi abitava, all’intorno vegeta una fitta selva di castagni , la località immersa nella pace avvalora l’idea della sede di un antico anacoreta dedicatosi alla contemplazione e alle pratiche ascetiche. Mi tornano alla mente le parole di Sandro Foresi che ai primi del '900 scrisse – Questo luogo è un poema di solitudine, il romito che nei tempi passati ne fisso la sua residenza, si assoggettò a privazioni di carattere mondano ma per scelse questo sacrificio un angolo di mondo che tutti gli uomini affannati gli avrebbero potuto invidiare.

Più avanti un rumore sommesso ci sorprende svelandoci un piccolo ruscelletto mormorante che si dice non abbia mai cessato di regalare le sue fresche acque ad ogni pellegrino che ne avesse bisogno… ancora qualche sguardo attorno e la via del ritorno ci attende mentre alle nostre spalle l’eremo rimane silenzioso nella sua solitudine con il mistero insoluto delle sue origini, del suo guardiano ….ancora una storia dimenticata che abbiamo voluto ricordare affinché l’essenza delle nostre radici e della nostra cultura non vada ulteriormente dispersa.

 

                                                                                                        Fabrizio Prianti